I Percussionisti della Scala
Fabrizio Meloni, clarinetto


Philarmoniche Camerata BerlinerPhilarmoniche Camerata Berliner

Già lo sguardo, prima ancora che l’ascolto puro, merita il prezzo del biglietto. Blocchi e tamburi di legno si affastellano sulla scena, insieme a piccoli e grandi membranofoni (gli strumenti il cui suono è prodotto dalla vibrazione di una pelle). E poi non mancano mai i piatti, i gong, i triangoli, come anche i timpani, le campane tubolari, gli xilofoni. Talvolta lo sguardo indugia su qualche strumento etnico: non solo le maracas sudamericane (ormai di casa anche da noi) ma, come capiterà oggi pomeriggio nel finale del concerto, un autentico o-daiko giapponese, imponente tamburo usato nelle danze sacre e nelle tradizionali cerimonie buddiste.

Insomma, tutto ciò che vibra – sia di membrana, di legno di corpo metallico – va bene per far musica. E poi il confine è labile. Il percussionista, anche nelle classi di Conservatorio, è un genere umano a sé.Per chi è appassionato di musica classica ma non disdegna suoni più moderni e contaminazioni troverà in Fabrizio Meloni un interprete di primo piano e senza accademismi.Fabrizio Meloni, Primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala dal 1984, brilla d’un livello tecnico incredibile e spericolato.

Un insieme di note praticamente perfetto accompagnato da una scala completa di espedienti espressivi fanno dell’ascolto un’avventura indimenticabile.